La notte dei Senza Dimora

Ottobre 2021

LA NOTTE DEI SENZA DIMORA
“Ce la puoi fare”, la storia di Angelo

 

Opera Cardinal Ferrari
Sabato 16 ottobre – 2021 dalle 16:00 alle 24:00
Milano, Piazza Sant’Eustorgio

Milano, 15 ottobre 2021

In termini numerici la più grande ‘community’ di senza dimora si trova a Milano poi Roma, Genova, Torino; ma ci sono anche le città di medie dimensioni come Bologna e Firenze e poi città del sud quali Napoli e Palermo. La situazione di queste persone è difficile, non si sceglie spontaneamente di vivere per la strada, si è costretti da circostanze drammatiche: disagi familiari, dipendenze, violenze, condizioni di salute mentale. Questi uomini e donne che, sono degli invisibili. Si parla, spesso, di numeri, non pensando che dietro questi numeri ci sono persone, volti, bisogni, ma anche e soprattutto desideri e sogni.
In cento anni di storia, Opera Cardinal Ferrari, di storie ne ha sentite e raccolte tante. Alcune senza un “lieto fine”, altre con un finale di riscatto e rinascita. Di seguito, la storia di Angelo
Angelo si racconta: “Ce la puoi fare, se hai appena un po’ di forza di volontà età e molta fiducia in te stesso e nel prossimo, ce la puoi fare. E invece c’è gente che si lascia andare, si rassegna e si abbandona, si adagia nella condizione nella quale si trova, spesso senza neppure sapere perché”. Questo dice Mario parlando di sé con umiltà ma anche con convinzione. A consentirglielo è la sua particolare storia di Carissimo, in un certo modo esemplare, che comincia con una caduta nel precipizio dell’abbandono ma che, dopo un lungo cammino al buio e al freddo, lo porta lentamente alla luce e al tepore della solidarietà. Fino a diventare volontario del Cast (Centro di assistenza sociale territoriale) e quindi membro del Comitato d’indirizzo dell’Opera Cardina Ferrari come portavoce degli ospiti. Angelo è nato 72 anni fa a Treviso. Col suo lavoro aveva realizzato una piccola impresa per il confezionamento di prodotti ortofrutticoli. “Avevo dieci dipendenti e il lavoro” racconta “è andato bene per anni, poi è arrivata quella maledetta crisi del 2008-2009 e le prime ad andarci di mezzo sono state proprio le piccole imprese legate al largo consumo, aziende come la mia. Fatto sta che dopo appena due anni di bilanci in rosso la banca mi ha bloccato il fido ed io non avevo più soldi per andare avanti col lavoro. Non mi restava che pagare i dipendenti liquidare l’azienda”. Ma siccome, come sappiamo, un guaio tira l’altro, “è in situazioni come quella nella quale ero venuto a trovarmi” racconta Angelo “che vanno in crisi certi matrimoni e così accadde anche al mio: mi dovetti separare da mia moglie e, come succede quasi sempre, la nostra casa restò a lei. Ero rimasto senza casa e senza soldi, non mi restava che la strada”. Non subito però. Per qualche tempo fu ospitato di amici e parenti, ma Angelo è troppo orgoglioso per approfittare della generosità altrui. Avrebbe potuto rassegnarsi, lasciarsi andare alla disperazione e invece no, non era il tipo: decise di trasferirsi a Milano, contando forse su una più vasta rete di solidarietà e assistenza. “Qui ho cominciato a fare l’esperienza di dormire per strada, per poi passare ad una odissea fra i vari dormitori della città finché ho trovato una sistemazione apparentemente stabile alla struttura della Caritas in viale Isonzo. In quei posti temevo di trovare violenza e sopraffazione, invece ho fatto l’esperienza della solidarietà fra gli ultimi e gli emarginati”. “Comunque, dopo pochi mesi dovetti lasciare quella struttura: un giorno bruscamente ci imposero di andarcene entro le 8 del mattino dopo. Perché? Si diceva che dovessero ospitare degli immigrati eritrei per i quali il Comune pagava un contributo, per noi no. Ricominciò la mia odissea: per quattro o cinque mesi dormii in un corridoio nella Casa della Solidarietà di via Saponaro, poi passai al Rifugio della Caritas in via Sammartini, alla quale mi aveva indirizzato una bella persona che nel frattempo avevo avuto l’occasione, anzi la fortuna di conoscere: Katia, una brava e molto attiva assistente sociale, una suora laica che dedica molto del suo impegno all’Opera Cardinal Ferrari. Il nostro fu subito un bel rapporto forse perché anche lei, come me, è di origini venete e come lei sa, per noi veneti questa è una cosa importante per ispirare fiducia, qualche battuta in dialetto ti fa sentire a casa”. Quell’incontro per Angelo fu il segnale che il vento stava cambiando, che aveva fatto la scelta giusta a non lasciarsi andare, a resistere con temerarietà, non arrendersi alla sorte; anche se forse non si trattò solo di una scelta ma anche di carattere. Nacque così il rapporto con l’Ocf: Angelo era diventato un Carissimo: “Con l’aiuto di Katia cominciai anche ad impegnarmi in piccoli lavori, ad esempio per delle spedizioni che la Caritas faceva in Madagascar, guadagnavo più o meno 400 euro a mese. Finalmente trovai una sistemazione più dignitosa e stabile, nella casa albergo della Onlus Cast dove restai un anno. Naturalmente anche per l’Opera facevo lavoretti, molto volontariato: davo una mano per i pranzi di Natale, Pasqua e Ferragosto, la mia con l’Ocf era diventata una collaborazione costante”. “Intanto avevo cominciato ad incassare la pensione e questo mi aveva consentito, sempre con l’aiuto di Katia, di ottenere una casa popolare. Avevo finalmente conquistato una nuova e più serena normalità”.

Opera Cardinal Ferrari è un luogo dello spirito, ma anche e soprattutto un luogo reale dove le persone, i Carissimi, ritrovano la forza insita nelle cose semplici, che noi diamo per scontate ma che per molti purtroppo non lo sono: un pranzo completo, una doccia rigenerante, abiti decorosi, un luogo in cui sentirsi a proprio agio. Opera è un centro diurno multiservizi che accoglie senza dimora, precari, separati, vittime di violenze e non solo, distribuisce centinaia di pacchi-viveri, propone stanze per studenti, ammalati e parenti di malati.

A proposito di Opera Cardinal Ferrari Onlus

Opera Cardinal Ferrari (OCF) dal 1921 a Milano è la casa di chi non ha casa, è il rifugio, il luogo di riparo e il posto da dove ricominciare per i “Carissimi”, come furono chiamate sin dall’inizio dal fondatore, il Cardinale Andrea Ferrari, le persone che vengono accolte e assistite: coloro che hanno perso tutto, ma non la dignità e la speranza di riscattarsi da una vita difficile. E’ un luogo dello spirito, ma anche e soprattutto un luogo reale dove i Carissimi ritrovano la forza insita nelle cose semplici: un pranzo completo, una doccia rigenerante, abiti decorosi, un luogo in cui sentirsi a proprio agio. Solidarietà, sostegno, aiuto fattivo e concreto sono i valori su cui si fonda l’impegno di Opera Cardinal Ferrari. Nel 2020 si sono registrati 9.750 utilizzi dei servizi di doccia, barbiere, guardaroba e pedicure; offerti 36.566 pasti, distribuiti 1.343 pacchi viveri, per un totale di 246 carissimi presso il centro diurno, 548 assistiti di cui 200 minorenni e 198 famiglie. Nel 2021 si registrano numeri in crescita. Il fulcro delle attività svolte è il volontariato: oltre 200 volontari consentono all’Opera di portare avanti la propria missione a favore delle persone più fragili e deboli.

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